Consulenza SEO, 3 validi motivi per NON farla

da | consulenza marketing

Strumento eccezionale di web marketing, la consulenza seo può rivelarsi deleteria per molte PMI. Vediamo i tre motivi principali

Sovente si ricorre alla Consulenza SEO per “essere tra i primi sui motori di ricerca” nell’illusione che essere più visibile equivalga ad essere più considerati. Fosse mai vero, sarebbe altrettanto vero che con la considerazione, di non so chi, non ci paghi le bollette.

Lo ripeto ancora: siamo sulla piazza (sul web) per vendere e tutto deve essere finalizzato a questo scopo. Non siamo sulla piazza (sul web) per essere considerati.

Ora fai attenzione! Se vuoi avere le idee chiare su SEO, SEA e SEM questo articolo fa per te. Partiamo dalla definizione dei tre aspetti del posizionamento sui motori di ricerca.

SEO (search engine optimization)

si riferisce a tutte quelle attività finalizzate a migliorare il gradimento di un sito web ai motori di ricerca, che reputandolo di maggior pubblico interesse lo renderanno più visibile agli interessati. Siamo soggetti ad un posizionamento organico.
La scansione del sito, la sua indicizzazione e il successivo posizionamento nella graduatoria avviene autonomamente gestita e prestabilita dagli algoritmi delle varie piattaforme di ricerca. Google in testa.

SEA (Search Engine Advertising)

comunemente la chiamiamo “pubblicità sui motori di ricerca”. Concettualmente simile alla SEO, la SEA è a pagamento. Siamo soggetti ad un posizionamento a pagamento. Si paga perché il nostro sito risulti visibile fin dalle prime posizioni. Spiegazione grossolana: la compravendita dei click viene gestita sulla base di una specie di un “borsino del click”. Sulla base del costo oscillante di ogni parola chiave d’interesse, chi offre di più ha la meglio.

SEM (Search Engine Marketing)

è la disciplina principe del web marketing ed è costituita dall’insieme dei servizi di posizionamento quali sono la SEO e la SEA. Una buona consulenza SEM conferisce visibilità quindi notorietà e autorità al nostro sito web, vendendo.

Veniamo al nocciolo della questione.
Sia la SEO che la SEA comportano costi elevati per una PMI. Erroneamente molti imprenditori inesperti credono che la SEO costi molto meno della SEA perché non paghi la sponsorizzazione degli annunci sui motori di ricerca. Basta dotare il sito aziendale di qualche parola chiave e poco più. Il lavoro sporco lo farà Google, o chi per esso, gratuitamente.

Attenzione Signori Imprenditori perché non è così!

Senza scendere nel tecnico, vi basti pensare che rendere appetibile un sito ai motori di ricerca c’è da impazzire. Specialmente se il sito è già esistente. Per ottenere dei risultati significativi dalla SEO, bisogna lavorare su una quarantina (>40) di paramenti differenti, alcuni dei quali difficilmente definibili nel breve periodo. Tra queste, attività fondamentali come link popularity e copywriting sono attività a sé che richiedono figure professionali specifiche. Altro che gratis!

Non solo! Una PMI non può permettersi il lusso di sbagliare la campagna; pertanto, si deve avvalere dell’operato di un ottimo consulente SEO da subito. Una figura del genere non la trovi dietro l’angolo e non costa nemmeno poco scomodarlo.

Premesso quanto, quali sono i 3 motivi per cui una PMI NON deve cimentarsi in una consulenza SEO?

Primo motivo

Quando riverdrò i soldi investiti nella consulenza seo?

Contrariamente a quanto avviene per una multinazionale che può disporre di capitali proporzionalmente titanici, una comune PMI non si può permettere di rimanere economicamente esporta nell’investimento pubblicitario per un lungo periodo. Deve avere la certezza che quanto investito in pubblicità rientri con gli interessi quanto prima possibile. In tempi estremamente contenuti con costi certi per ricavi certi. La SEO non può offrire né prestazioni né garanzie di questo tipo.

Perché un sito sia preso in considerazione organicamente dai motori di ricerca passano mesi. Mediamente, per vedere un ritorno si parla di 5 – 10 mesi almeno. Nel frattempo, ho investito denaro e continuo ad investirne per migliorare l’appetibilità del sito per poi continuarne a spenderne per tenere monitorato il tutto.>

Secondo motivo

Una classifica fuori controllo

La sorte del sito è in balia degli eventi. Al di fuori del nostro sito non possiamo decidere niente. Non solo, basta una qualunque anomalia, pagine che danno errore, una caduta di performance del server, una recensione negativa, che il nostro sito perde autorevolezza, subisce penalità irreversibili e viene declassato nel posizionamento.

Non riusciamo a disporre di una matematica certa ed inequivocabile sul “tanto ho speso, tanto ho incassato” (ROAS).

Terzo motivo

Il posizionamento organico vende meno

È vero che l’annuncio organico della SEO converte il 18% dei contatti contro l’1,6% che converte l’annuncio a pagamento della SEA. Fate però attenzione! Presa così, questa informazione è incompleta e forviante. Infatti, bisogna anche tener conto delle diverse intenzioni con cui l’utente effettua una ricerca. Sta cercando informazioni o sta cercando soluzioni? Perché psicologicamente fa tutta la differenza di questo mondo! Chi è intento a fare ricerca e trovare informazioni non è propenso a spendere ed eviterà annunci a pagamento consapevole del fatto che troverà soluzioni a pagamento piuttosto che informazioni gratuite. È un utente investigativo. Raramente procede all’acquisto o, fosse mai, è alla ricerca del prezzo più basso.
Viceversa, e per lo stesso motivo, chi ha un bisogno specifico e sta cercando di entrare in possesso della migliore soluzione è propenso a cliccare sull’annuncio a pagamento di colui che si trova lì proprio per soddisfare questa necessità, vendendone la soluzione.

Bisogna quindi diffidare del consulente SEO che prospetta un aumento di fatturato nel breve/medio termine. Ancor peggio per incrementare un portafoglio di clienti paganti subito.

Questo non vuol dire che la SEO sia inutile. Però, bisogna capire che ai motori di ricerca interessa l’autorevolezza di un sito. Perché questo accada, i motori di ricerca osservano la vita di un sito e dei suoi contenuti. Valutano la sua autorità nel tempo.
Se questo accade, saranno i primi a spingervi nei livelli alti della graduatoria. Questo porterà sicuramente molti benefici anche vendite ma nel lungo/lunghissimo termine.

Concludo ringraziandovi di persona per aver voluto leggere questo articolo. Spesse volte mi ritrovo a dover allungare i tempi delle consulenze marketing private sempre per lo stesso motivo: polverizzare il mito secondo cui l’indicizzazione organica sui motori di ricerca costa meno delle sponsorizzate ed ottieni più risultati perché “la gente non clicca sugli ANNUNCI di Google”.
Ora che conoscente la verità, potremo focalizzare le consulenze a questioni maggiormente redditizie.

Albi Baracchi

Albi Baracchi

Consulente e formatore marketing

Alberto (Albi) Baracchi è stimato consulente marketing e formatore. Negli anni, ha contribuito alla formazione diretta di più di 160 imprenditori e alla nascita di oltre 60 brand di successo in 43 settori differenti.